Introduzione

 

IL TESTO -  MUTTER COURAGE UND IHRE KINDER :

… vengo con voi!…

 

     Madre Coraggio e i suoi figli racconta   la vita di una donna, di una madre, catapultata dentro una guerra. Racconta il suo vagabondare con i  tre figli durante la guerra dei trent’anni ( usata come sfondo per raccontarle tutte, le guerre).  Si chiama Madre Coraggio perché avendo paura del fallimento del suo commercio, per lei unico mezzo di sopravvivenza, passa con il suo carro di vivandiera attraverso il fuoco dei cannoni. Racconta la guerra vissuta da chi la subisce. Il tema, se si può dire, è il rapporto tra coloro che comandano il mondo e coloro che lo accettano:

 

“ …re protestante come Gustavo Adolfo di Svezia, principi tedeschi, Francia, imperatore e papa la spingono al macello (la povera gente), al saccheggio, alla violenza. Ma vi è di più, priva di aspirazioni proprie, questa mandria è ridotta ad accettare la guerra come un affare, con cui si rischia, ma su cui si lucra. Merce da cannone, la povera gente aguzza la sua furberia, la sua tenacia, per farsi pagare il meglio possibile, per continuare nonostante tutto, a vivere”1.

 

 E i personaggi che Madre Coraggio incontra nel suo cammino sono tutti come lei, tutti cercano di sopravvivere e se è possibile di fare affari: i soldati che  cercano di far carriera, il cappellano protestante che si sveste dei suoi abiti e giustifica azioni violente e crudeli perché in tempo di guerra “è differente”2, il cuoco del reggimento, la prostituta Yvette che cerca di sposare un vecchio e ricco colonnello -  “Almeno una che ha fatto carriera con la guerra”3 ci dice Madre Coraggio - . Ogni azione  è giustificata, anche se orribile, perché: “ L’unico impegno resta quello di scappare individualmente al massacro”4 .

Ma Madre Courage non può credere nella guerra e pensare di guadagnarci senza darle qualcosa  in cambio. E quel qualcosa sono proprio i  suoi tre figli.

     I figli sono d’importanza centrale nel dramma. Tre diversi aspetti di Madre Coraggio.  Con i quali si incontra dolorosamente nei devastati campi di guerra, fino al momento in cui si imbatte nei loro cadaveri. Kattrin è muta, ma tutti e tre i figli sembrano mute emanazioni  di lei. Uno, Eilif, sembra la proiezione del suo coraggioso animo di zingara; l’altro, Schweizerkas,  la conseguenza della sua inconfessata onestà; infine Kattrin,  la proiezione della sua disperazione di donna che non parla. I tre figli muoiono per tre diverse ragioni. Il primo a morire è Schweizerkas, muore per la sua onestà e innocenza, per aver tentato di proteggere dal nemico la cassa del reggimento finlandese. Il secondo è Eilif, muore per il motivo opposto, per un’azione assassina svolta in un breve momento di pace. Come a dire che : “Nessuno può salvarsi dal clima della guerra: onesti e mascalzoni, violenti e timidi, sinceri e bugiardi. Il male non è nelle singole decisioni degli uomini, ma nella guerra che tutto domina e schiaccia”5 . Infine Kattrin muore per salvare una città che sta per essere assalita. Ed è proprio quest’ultimo quadro il più emozionante. Ma altri momenti di profonda tensione gli fanno da contorno.  Il I quadro: quando Eilif viene reclutato e Kattrin tenta invano di avvertire la madre; il III: quando Schweizerkas viene fucilato e Madre Coraggio, con la figlia, deve far finta di non riconoscerlo, pena la loro stessa vita; Il VI : quando Kattrin va in città per comprare della merce e torna ferita e violentata; l’VIII: quando Eilif è ucciso, e Madre Coraggio non viene a sapere.

            Madre Coraggio, appunto, non sa della morte  del suo ultimo figlio, ed è per  questo che, dopo aver dato i soldi per le spese del funerale di Kattrin, si rimette in cammino. Perché deve vivere, deve vedere il suo ultimo figlio un giorno o l’altro. Così il dramma si chiude. Con Madre Courage che ansima attaccata al timone del carro a tirare ancora, nonostante tutto, perché la vita continua anche dietro le grandi tragedie. Il carro ne è il simbolo, è il simbolo della necessità della vita.

     Alla fine del dramma nessun personaggio avrà realmente capito l’orrore della guerra. Tranne Kattrin, che però non può parlare se non morendo: “La guerra continua. Ma il tamburo di Kattrin risuona ancora, suonerà sempre per chiamare l’uomo a difendersi e a liberarsi.”6

 

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1 Cfr. B. Schacherl, l’Unità, 5 nov. 1952 (vedi appendice recensioni. Anche per successive citaz. riguardanti critiche di giornali).

2 Cfr. B. Brecht, Mutter Courage und Ihre Kinder, Torino, Einaudi, 1963, p.34

3 Cfr. Ivi, p.76

4 Cfr. G. De Chiara, Avanti! 5 nov. 1952

5 Crf. Ibidem

6 Cfr. B. Schacherl, l’Unità, 5 nov. 1952